Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. L’assemblea dell’Onu ha scelto il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno.

In Italia, dove la Giornata si celebra solo dal 2005, il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne sono le scarpe rosse, lasciate abbandonate su tante piazze del nostro Paese per sensibilizzare l’opinione pubblica. Lanciato dall’artista messicana Elina Chauvet attraverso una sua installazione, nominata appunto Zapatos Rojas, è diventato presto uno dei modi più popolari per denunciare i femminicidi. Un’installazione che ha fatto il giro del mondo, toccando alcune delle principali città europee e italiane.

La Fondazione Casa di Dio ha aderito dal 2013 alla campagna POSTO OCCUPATO allestendo in ognuna delle RSA un posto occupato.

L’idea è semplicissima: per ogni donna uccisa viene occupato un posto in un luogo pubblico o privato. Una sedia in un teatro, una panchina in un parco, un posto in un consiglio comunale. Non importa dove, ma che quel posto rimanga occupato per metterci a confronto con l’assenza di quella donna.

Qual è l’obiettivo della campagna? Denuncia l’assenza di una donna che avrebbe potuto essere con noi. Quella donna manca in tutte le attività del quotidiano, poteva essere una mamma, una professionista, un politico. Il senso è di rendere questa assenza-presenza una memoria tangibile e un monito per non sottovalutare i sintomi della violenza, perché il femminicidio è l’ultimo atto estremo commesso sul corpo di una donna. Prima c’è la violenza verbale, psicologica e economica. Se chi è vittima di violenza non ha indipendenza economica probabilmente continuerà a subire, che è soprattutto vero se ha dei figli. Lì s’innesca anche la violenza assistita dei bambini che se pure non vengono picchiati vivono le relazioni violente dei genitori.