STORIA
La Fondazione Casa di Dio ha una storia molto lunga che affonda le sue origini nel XVI secolo. In un periodo funestato da guerre, carestie e povertà, il Comune di Brescia decise di istituire diversi servizi assistenziali per sostenere le fasce più deboli della popolazione, colpite da particolari situazioni di disagio sociale.
Le origini: dagli Incurabili alla Casa di Dio
Nel 1521, per limitare i fenomeni di contagio, era stato fondato l’Ospedale degli Incurabili, mentre nel 1532 su iniziativa di Girolamo Miani, fondatore dei Padri Somaschi, era sorto l’Ospedale della Misericordia per gliOrfani. Alle donne, tra le più esposte e minacciate dalla povertà e dall’abbandono, erano stati destinati specifici istituti in base alla loro condizione: l’Orfanatrofio femminile della Pietà (1532), il Conservatorio delle penitenti convertite (1592), quello delle Zitelle di Sant’Agnese (1551) ed il Pio Luogo del Soccorso (1570).
Questi istituti vedevano tra i loro promotori non solo religiosi, ma anche gli esponenti di spicco delle nobili famiglie bresciane (Averoldi, Chizzola, Porcellaga, per citarne alcune).
L’8 settembre 1577 il Collegio di Sanità e quello dei Deputati Pubblici proposero di istituire la “Casa di Dio” con lo scopo di dare alloggio e sostentamento ai poveri ed ai mendicanti.
Alessandro Luzzago, importante figura del mondo religioso e politico a Brescia, ispirato dalle istanze sociali della Controriforma di Carlo Borromeo, ne aveva promosso la fondazione in qualità di membro del Consiglio maggiore della città.
La prima sede, collocata forse vicino alla porta di San Giovanni, fu in poco tempo inadeguata alle crescenti esigenze dell’istituto, tanto da essere trasferita nel 1609, in prossimità della mura meridionali, vicino alla Porta di San Nazaro. Fu costruita anche una chiesa, ad uso dei ricoverati, dedicata a San Carlo Borromeo.
Tra il Seicento ed il Settecento l’istituto accoglieva in media 300 persone, con picchi fino a 500 unità negli ultimi decenni del XVII secolo. Durante la giornata, gli ospiti erano impegnati nella preghiera ed in attività lavorative all’interno dell’istituto. Avevano in cambio garantiti vitto, alloggio e cure mediche.
Questa struttura si sostentava economicamente tramite donazioni, censi e crediti, eredità di proprietà fondiarie, terreni, case coloniche e cittadine che venivano affittate.
Gli istituti per la tutela dei giovani
Alla fine del Settecento, sotto l’influenza delle spinte laiciste della Rivoluzione francese, gli istituti assistenziali vennero accorpati tanto da intaccarne i patrimoni. Un’ulteriore riorganizzazione avvenne nel 1831 con l’istituzione dell’Amministrazione degli Orfanotrofi e delle Pie Case di Ricovero, con l’accorpamento di tutti gli istituti.
Nel 1820 era stato fondato il Pio Luogo delle Pericolanti ad opera di un gruppo di persone pie guidato da Ippolita Martinengo Fè, nei locali della caserma del soppresso monastero di Santa Maria degli Angeli. L’Istituto, diretto da don Faustino Rossini, nacque per dare asilo notturno alle ragazze che lavoravano alla Pia Casa d’Industria e che erano state abbandonate, erano povere o figlie di genitori privati della patria podestà.
Inoltre, nel 1885, grazie al lascito di Fortunata Lamberti vedova Passerini, era nata l’Opera Pia che portava il suo nome, destinata all’educazione e all’economia domestica di fanciulle di età compresa tra i 12 e i 14 anni.
Fu proprio l’educazione degli ospiti la principale attività degli istituti maschili e femminili nell’Ottocento.
L’istituto degli Orfani, situato presso la chiesa della Trinità fino al 1915, accolse tra i 50 e i 60 ragazzi, impiegati in lavori di tessitura, sartoria e calzoleria.
Le Orfane della Pietà, trasferite nel soppresso monastero dei Santi Cosma e Damiano, erano ragazze povere ma in buona salute, d’età compresa tra i 7 e gli 11 anni, avviate all’istruzione elementare, all’esercizio del canto e del cucito.
Dal 1923 su iniziativa del poeta Angelo Canossi divenne “Il tempio della Memoria” un luogo della memoria dei caduti bresciani in guerra, sede di tutte le manifestazioni patriottiche cittadine, vivace centro culturale animato da Canossi e da altri artisti suoi amici. (mettere link alla pagina dell’E-book https://casadidio.eu/servizi/chiostro/)
Nella medesima sede era ospitato anche l’Istituto delle Zitelle di S. Agnese e quello delle Adulte, accorpati in un unico Pio Luogo nel 1829, non era più solo un “ricovero”, ma un istituto per educande. Con i cambiamenti intercorsi dopo le due guerre, gli istituti femminili e maschili mantennero formalmente la loro organizzazione interna, nonostante il numero d’ospiti fosse nettamente inferiore rispetto ai secoli precedenti.